Il rischio suicidario nell’Autismo: rischio individuale e suscettibilità familiare

Negli ultimi anni si è assistito a un notevole aumento della prevalenza (percentuale di casi rispetto alla popolazione generale) del Disturbo dello Spettro Autistico (ASD).

In Italia, i dati dell’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio dei Disturbi dello Spettro Autistico ci dicono che un bambino ogni 77 (nella fascia di età 7-9 anni) ha un Disturbo dello Spettro Autistico, con una prevalenza maggiore nei maschi (4,4 maschi ogni 1 femmina). Tali stime devono indurre gli “addetti ai lavori” a indagare e approfondire l’intero range di sequele dell’ASD.

A questo proposito, gran parte della ricerca esistente si è concentrata sulle problematiche che più comunemente si associano all’ASD, come ansia o comportamenti dirompenti. Pochi dati, invece, sono stati pubblicati su pensieri e comportamenti suicidari (Ideazione suicidaria, piano o intenzione o tentativo di suicidio) nei pazienti con autismo. Tra questi, quelli emersi da un ampio studio del gruppo del Karolinska Institutet di Stoccolma del 2016: gli individui con ASD avevano un rischio suicidario da 2,4 (quelli con Disabilità Intellettiva) a 9,4 (senza Disabilità Intellettiva) volte superiore rispetto alla popolazione generale.

Tuttavia, diversi aspetti sul tema sono ancora da chiarire: in primis, non sono ancora noti il peso e l’influenza sul rischio suicidario nei pazienti con ASD di altri fattori che frequentemente coesistono con il Disturbo dello Spettro Autistico, quali le comorbidità psichiatriche (Depressione e Disturbo d’Ansia in particolare), il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) e la Disabilità Intellettiva (DI).

Inoltre, alla luce delle differenze di genere messe in luce dalla letteratura scientifica, in termini di caratteristiche correlate all’ASD e di traiettorie di sviluppo, sarebbe interessante approfondire se e come il genere potrebbe influire anche sui comportamenti suicidari. A oggi, sappiamo che il rischio suicidario è maggiore nelle donne con autismo ma non vi sono ancora dati di prevalenza dei tentativi di suicidio e sulle morti per suicidio.

Ancora, nessuno studio sul tema del suicidio nel Disturbo dello Spettro Autistico ha mai indagato se vi siano fattori di rischio familiari condivisi per Autismo e comportamenti suicidari. Questo costituisce un limite importante, essendo l’autismo una condizione con aumentata ereditabilità, così come il comportamento suicidario. Inoltre, sarebbe opportuno indagare come lo status socio-economico familiare possa influire sull’insorgenza di comportamenti suicidari nell’ASD.

Hirvikoski, del Karolinska Institutet di Stoccolma e colleghi si sono proposti di indagare il comportamento suicidario associato con il Disturbo dello Spettro Autistico in una coorte di 54.168 individui con Autismo, confrontandoli con una popolazione di 270.840 soggetti sani, registrati dal 1987 al 2013 nei registri nazionali svedesi per i pazienti ricoverati, ambulatoriali e per tutta la popolazione generale.

Le persone con Disturbo dello Spettro Autistico sono state suddivise in quattro gruppi: pazienti senza DI e senza ADHD (età media alla prima registrazione della diagnosi 21.67), pazienti con DI senza ADHD (età media alla prima registrazione della diagnosi 18.89), pazienti senza DI con ADHD (età media alla prima registrazione della diagnosi 19.45) , pazienti con DI e ADHD.

I gruppi sono stati stratificati, inoltre sulla base del genere.

E’ stato anche stimato il rischio relativo di comportamento suicidario tra i familiari dei pazienti con ASD, a diverso grado di parentela.

Lo studio ha confermato non solo che per i soggetti con Disturbo dello Spettro Autistico vi sia maggior rischio di comportamento suicidario ma anche che il rischio è più alto nel gene femminile, senza disabilità intellettiva e con ADHD. Per la prima volta il genere femminile viene identificato come un fattore di rischio indipendente per il tentato suicidio, sia nei casi senza ADHD in associazione che in quello con ADHD associato.

Il rischio di suicidio e la morte per suicidio sono risultati maggiore rispetto ai controlli sani sia nei fratelli che nei fratellastri ma si sono mostrati simile tra i fratellastri da parte di madre e di padre, risultato che rafforza la probabilità che il comportamento suicidario sia sotto il controllo di fattori genetici piuttosto che di quelli ambientali.

Tale rischio è inoltre aumentato da quattro (soggetti senza ADHD) a sette volte (con ADHD) nei pazienti con ASD senza DI.

Infine, in entrambi i generi, senza disabilità intellettiva, i soggetti affetti da ADHD in comorbidità hanno rischio suicidario più elevato. Questo era un risultato atteso, visto che l’ADHD da solo costituisce già fattore di rischio per il suicidio.

L’associazione tra comportamento suicidario e autismo era meno forte, pur tuttavia significativa, quando venivano tenuti in considerazione le comorbidità psichiatriche, quali depressione, ansia e abuso di sostanze.

Al contrario, l’impatto dei fattori socio-economici familiari non influenzava significativamente il rischio suicidario. Ciò non esclude il potenziale ruolo dell’ambiente familiare ma suggerisce la necessità di considerare altri fattori quali l’isolamento, la solitudine, il bullismo e il vissuto di essere un peso per la famiglia e per la società.

Nell’insieme, i risultati di questo studio indicano chiaramente come la gestione del comportamento suicidario debba rientrare tra gli aspetti indispensabili nella gestione degli individui con ASD, mettendo a punto strumenti diagnosi-specifici per la prevenzione e lo screening del rischio suicidario nel contesto del Disturbo dello Spettro Autistico. Indicano, poi, la chiara necessità di trattare, anche farmacologicamente, le comorbidità psichiatriche dell’ASD.

In tale intento è necessario coinvolgere anche i familiari e, allargando la rete, le persone più vicine ai pazienti.

 

Fonte: Hirvikoski T, Boman M, Chen Q, D’Onofrio BM, Mittendorfer-Rutz E, Lichtenstein P, Bölte S, Larsson H (2019). Individual risk and familial liability for suicide attempt and suicide in autism: a population based study. Psychological Medicine 1–12.

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