Sintomi autistici nello Spettro Schizofrenico: risultati di una meta-analisi.

Sono stati recentemente pubblicati sulla prestigiosa rivista Frontiers i risultati di uno studio di meta-analisi volto a valutare la presenza di sintomi autistici nella popolazione schizofrenica.

Tra il Disturbo dello Spettro Autistico  e la Schizofrenia (SCZ) vige, come già detto, una complessa relazione che ha portato a numerosi dibattiti e riconsiderazioni nell’arco degli ultimi 70 anni. L’Autismo, infatti, inizialmente considerato come una manifestazione della schizofrenia infantile, è stato successivamente riconosciuto e classificato come un disturbo categoricamente differente e a sè stante (DSM III 1980).

Tuttavia, il deficit socio-comunicativo ed i comportamenti ristretti e ripetitivi, tra cui, in particolare, i pattern atipici di pensiero associati all’Autismo, sono stati o possono essere mis-interpretati come possibili segni di disturbo psicotico (es. isolamento sociale, allucinazioni, eloquio e comportamento disorganizzato). Tuttavia, è ormai accertato che i due disturbi, sebbene costituiscano e siano riconosciuti come due condizioni psicopatologiche distinte, presentino delle sovrapposizioni in termini neurobiologici, genetici ed epidemiologici, vista anche la possibilità di manifestarsi in comorbidità.

In particolare, molti studi di letteratura hanno riportato un’elevata prevalenza di sintomi autistici nei sei soggetti con spettro Schizofrenico.

Scopo dello studio, pertanto, è stato quello di effettuare una revisione sistematica dei dati presenti in letteratura, sintetizzando i dati fino ad ora emersi. Sono stati, pertanto, inclusi nell’analisi 31 studi, per un totale di 1958 individui, valutati tramite la somministrazione del questionario AQ al fine di valutare la presenza di tratti autistici nella popolazione in esame. Gli autori concludono come i soggetti nello Spettro Schizofrenico presentano un livello maggiore di sintomi autistici rispetto ai controlli sani (SMD: 1.39, 95% confidence interval (CI): 1.11 to 1.68), seppur in misura minore rispetto ai soggetti con sola diagnosi di Autismo (SMD: -1.27, 95% CI: -1.77 to -0.76).

Tali risultati, in accordo con i dati finora presenti in letteratura, suggeriscono come ulteriori studi volti allo studio della co-occorrenza delle due condizioni sia necessaria.

 

Per leggere l’articolo: https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpsyt.2019.00078/full

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